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FAVOLA DI MATTONI

Elettra: alla ricerca di un teatro democratico
Una rivisitazione del mito antico rivolta a coloro che si avvicinano al teatro senza pregiudizi e aspettative particolari, un approccio che potrebbe diventare una risorsa preziosa in grado di restituire al teatro il posto che merita

elettra BRESSO - Nel tentativo di fare un prodotto artistico si dovrebbe cercare di mantenere un distacco da quei problemi, per così dire terreni, che non dovrebbero influenzare troppo un percorso creativo.
Ma il teatro di oggi non può permettersi il lusso di escludere dai propositi artistici le esigenze della società con cui si trova a convivere.
La mancanza di finanziamenti ha portato gli autori di teatro e i loro progetti ad uniformarsi ai gusti del pubblico.
I cambiamenti degli ultimi anni costringono, sempre di più, a fare i conti con un "teatro popolare" in cui sono gli spettatori a deciderne le sorti e la sopravvivenza.
La popolarità data dalla televisione e dal cinema assicura successo di pubblico anche teatrale, soprattutto se accompagnata da uno stile comico. Ma forse, con un po' di coraggio e fiducia nei propri mezzi, si potrebbe arrivare ad un teatro godibile, anche con l'utilizzo di forme lontane dalle esigenze di spensieratezza sentite dallo spettatore, facendo acquistare una nuova consapevolezza in grado di dare al pubblico un reale potere di scelta, senza i condizionamenti da parte di media più forti e verso la realizzazione di un teatro non solo "popolare" ma anche "democratico".
Il mito di Elettra è tra i più importanti e noti della mitologia greca.
Narra la vicenda di Elettra che, avendo assistito all'uccisione del padre Agamennone da parte della madre Clitemnestra e del suo amante Egisto, vive il dolore della perdita e un forte sentimento di odio nei confronti della madre.
L'arrivo del fratello Oreste, inizialmente creduto morto, le permetterà di vedere compiuta la sua tanto attesa vendetta.
A questo mito si deve la definizione di "complesso di Elettra", coniata da Jung come controparte femminile del "complesso di Edipo".
Le scelte di regia dello spettacolo Elettra sono motivate dal bisogno di avvicinare il più possibile lo spettatore alla storia di questa tragedia greca e all'esperienza dei suoi personaggi, per farlo partecipare alle loro emozioni.
Il minimalismo della scenografia e dei costumi, la scelta monografica delle musiche, ma soprattutto il linguaggio del testo e l'utilizzo che ne fanno gli attori, esprimono il tentativo di togliere le distrazioni della finzione scenica, allo scopo di portarlo più facilmente nella vicenda, scritta da Sofocle quasi venticinque secoli prima.
Il rifiuto di allestire una sorta di rievocazione storica, inevitabilmente segnata dai limiti di mezzi e di conoscenza o dalle consuetudini culturali e stilistiche più o meno in voga, ci ha orientati verso una totale mediazione in favore di un linguaggio più vicino a quelle persone che si avvicinano al teatro senza pregiudizi e aspettative particolari, unicamente con la necessità di staccarsi dalla realtà, anche solo per un'ora, per averne poi una visione anche solo leggermente diversa.
La possibilità di creare questa magia potrebbe diventare una grande risorsa in grado di salvare il teatro e di tornare a dare a questo straordinario mezzo di espressione il potere che merita.

www.favoladimattoni.org


In alto un momento dello spettacolo Elettra


Rino Cacciola
(19 settembre 2010)



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