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Capolavori della letteratura

Emma ed Anna, e il loro sconosciuto amore
Considerati i precursori del realismo, Madame Bovary e Anna Karenina non sono solo fotogrammi di una realtà critica ad uno stile di vita, descrizione di alcuni archetipi umani, ma anche esplicazione di strutture e dinamiche universali, che non possono essere sovvertite o violate, strade da percorrere per il raggiungimento della felicità.

BRESSO - Emma, figlia di un possidente terriero, diventa ben presto insofferente alle proprie condizioni sociali e fin da giovane sogna una vita nell'alta società, piena di sentimentalismi e passione. Certa di poter condurre un'esistenza più piacevole e che si avvicini ai suoi ideali, decide di sposare un medico.
Passa poco tempo e la realtà comincia a scontrarsi con le illusioni. La vita coniugale, con i suoi rituali ripetitivi e i suoi ritmi, annoia la giovane sposa.
Emma, allora, cerca altrove, in altre relazioni, ciò cui aspira. Ma anche in queste circostanze deve misurarsi con la concretezza delle cose.
L'amore e la felicità, ai quali aveva creduto e che sembravano tanto facili da raggiungere, così come nei romanzi letti in gioventù, le risultano ora ingannevoli e privi di senso.
Per consolarsi annega la sua delusione in vezzi che la porteranno alle soglie dell'indigenza. Sommersa dai debiti, accumulati per riempire il vuoto interiore, e avviata ad un progressivo degrado fisico e morale, decide di togliersi la vita.
Anna, per virtù, doti personali e condizioni sociali, è una donna di alta classe. Sposa un ufficiale civile, molto più vecchio di lei, con il quale concepisce un figlio.
Esercita il suo carisma, accompagnata da una naturale eleganza, su chiunque intrattenga rapporti con lei.
Tutto questo sembra derivare da un'esistenza perfettamente appagata e da un modello di vita felice. L'incontro con un ufficiale dell'esercito rompe questo equilibrio.
Anna si innamora e per amore arriva persino a rinunciare al figlio.
Col passare del tempo si acuiscono i sensi di colpa che saranno tanto un ostacolo insormontabile per il raggiungimento della felicità, quanto, consumandola silenziosamente, motivo di dissenso nei confronti dell'uomo che ama. Il rapporto si deteriora e Anna, sopraffatta dalla disperazione e dalla gelosia, arriva a togliersi la vita.
Madame Bovary e Anna Karenina, due capolavori della letteratura europea, considerati i precursori del realismo, non sono solo fotogrammi di una realtà (quella della metà del secolo XIX che sta transitando da una società prevalentemente rurale ad una urbana, medio-borghese) critica ad uno stile di vita, descrizione di alcuni archetipi umani, ma anche esplicazione di strutture e dinamiche universali, che non possono essere sovvertite o violate, strade da percorrere per il raggiungimento della felicità.
Madame Bovary, volendo rivolgere una critica più o meno velata agli ideali romantici e alla vita borghese, pone la questione della discrepanza tra illusione e realtà ed il pericolo che potrebbe derivare dalla confusione tra le due dimensioni.
Anna Karenina, approfondendo i temi della famiglia, della società, del matrimonio, del conflitto tra lo stile di vita agrario e quello urbano, mette in risalto l'ineluttabilità del destino, la fatalità. Allora diventare consapevoli di quanto sia fallace l'illusione, di quanto non si possa prescindere dalla contingenza, di quanto la realtà vada accettata così com'è, di quanto ogni circostanza sottostia ad un volere sconosciuto e imperscrutabile, vuol dire vivere il presente, accettare sé e l'altro, gioire del proprio.
Questa, e non il tentativo di opporsi o scardinare delle forze precostituite, è l'unica strada per raggiungere la felicità.
Ma, volendo leggere tra le righe, i due romanzi sono anche esaltazione della figura femminile.
Dietro il fallimento esistenziale narrato in entrambi e culminato col suicidio, si nasconde il tratto caratteriale muliebre più specifico: la perseveranza, la caparbietà nel voler raggiungere l'obiettivo prefissato, ancor più quando si tratta di perseguire la felicità, arrivando persino a scardinare le regole e a destabilizzare l'equilibrio.
Emma ed Anna attraverso l'adulterio infrangono le regole sociali e morali, destabilizzando un'intera comunità, e non hanno la benché minima esitazione nel farlo se questo vuol dire realizzarsi. Dimostrano coraggio perché le loro azioni implicano biasimo, discriminazione e isolamento.
Escogitano, tramano, rinunciano agli affetti, si sacrificano, lottano per raggiungere ciò in cui credono. Se questa è una delle possibili letture, allora il suicidio non deve essere inteso come logica conseguenza di un fallimento personale bensì come unica soluzione per l'impossibilità di dare un senso alla propria esistenza.
Rompere le regole del microcosmo equivale a scardinare le dinamiche universali.
Si può, con la volontà e con la consapevolezza, sovvertire, anzi costruire il proprio destino?
Coraggio, pertinacia e volontà sembrano essere qualità imprescindibili per costruire e per dare un senso alla propria esistenza, qualità che Emma Bovary ed Anna Karenina dimostrano continuamente e che la donna può vantarsi di avere in massima parte.

Pietro Luciano Belcastro
(2 aprile 2012)



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