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PITTURA

FEMMINILIA, di donna in donna tra luce e ombra
Una percezione della realtà che sa cogliere il mistero, il lato oscuro, il fascino sottile, dove si possono incontrare zone d'ombra difficili da attraversare e la luce nasce dall'incontro con il buio

Femminilia BRESSO - Femminilità è l'eleganza del vivere dal punto di vista delle donne.
Nel 1949 Simone De Beauvoire scriveva nel suo celebre libro Le deuxième sexe: "Donne non si nasce, ma si diventa".
Una consapevolezza intima, unica, diversa di donna in donna, che non può essere dettata da stereotipi e accessori da indossare; impossibile da standardizzare per il solo fatto di essere nate femmine.
"L'altra metà del cielo" possiede un occhio che vede, interpreta e sente in modo diverso da quello maschile. Una percezione della realtà che sa cogliere il mistero, il lato oscuro, il fascino sottile, dove si possono incontrare zone d'ombra difficili da attraversare e la luce nasce dall'incontro con il buio.
Qui chiari e scuri convivono per creare le sfumature: tinte forti e colori tenui dove abitano la sensualità, la creatività e il sogno, che attendono scoperta e svelamento.
Qui l'arte si esprime in modi, tecniche e visioni differenti, che schiudono le porte a mondi intimi, profondi e personali.
Quattro artiste, rappresentative del nostro tempo e del nostro territorio ci accompagnano in questo viaggio: benvenuti in questa unica grande città chiamata: FEMMINILIA.

Diario di un visitatore


Scendendo le scale, mi trovo ad un bivio che mi indica la strada. Proseguo verso una grande piazza dove la luce suggerisce il cammino.

Femminilia Da un lato di questo luogo misterioso scopro le opere di Roberta Barbieri: corpi di donna che non si lasciano contaminare dall'effetto figurativo, invitano chi li guarda ad andare oltre.
Mi parlano senza descriversi troppo: mani, piedi e visi sono assenti o solo accennati, e intuisco che la loro rappresentazione limiterebbe la mia fantasia.
Carboncino e terre, uniti all'acrilico a tinte piatte e alle lacche animano supporti in legno di recupero: tavole di vecchi armadi, comodini, porte si trasformano come icone.
E' legno che ha vissuto e che vive ancora: le venature e le macchie del tempo sono sottolineate e non nascoste, contribuiscono ad infondere vita ai corpi ritratti, in una fusione ideale tra uomo e natura.

Femminilia Continuo il percorso e il girotondo della piazza mi conduce alle opere di Maria Elena Borsato.
Gesti semplici, dettagli dai colori vivaci. Figure interrotte, tagliate, come in un'inquadratura cinematografica, lasciano al visitatore il compito d'immaginarne il proseguimento.
Il linguaggio dei fumetti, la pop-art, i media, la pubblicità, grafica e design cercano una sintesi. Mi incuriosisce questo gusto per l'estetica, l'uso sapiente di colori e forme in un tripudio d'armonia.
Sigfrido Menghini ha scritto di lei: "... chi sono i soggetti dell'opera di Maria Elena Borsato se non frammenti messi sotto lente? Schegge colte nel contorcersi del quotidiano e sprofondate in squarci di colore pop-edelico e perché no, psichedelico, perché di pittura che indaga la psiche, in fondo, si tratta.
E infatti cos'è la pianta d'un piedone se non la mappa di un paesaggio che comprende l'Essere nelle sua interezza?"
Queste domande mi accompagnano nel cammino.

Femminilia Proseguo seguendo le indicazioni e mi ritrovo in una piazzetta, dove mi accolgono le opere di Carolina Ferrara. Sprofondo nel mondo intimo di una pittura figurativa: tele di piccole e medie dimensioni ritraggono volti e figure attraversati da emozioni diverse, in una gamma di stati d'animo che vanno dal dolore e la solitudine alla dignità e l'amore per la vita stessa.
Un percorso relativamente breve ma intenso, distinto da un forte slancio spirituale.
Capisco dalle pennellate, dalle sfumature e dai colori, ora tenui ora vivi, che la pittura qui è la conditio sine qua non dell'essere: un veicolo per cogliere l'attimo e il pensiero fuggente.
Sono sempre più coinvolto, quando mi accingo ad entrare in un luogo quasi sacro: una sala circolare con una grande colonna centrale; la fisicità dello spazio si sposa con la penombra.

Femminilia Entro e una ad una mi vengono incontro le sculture in cartapesta di Piera Nocentini. Curiosamente queste figure di donna mi divertono, con quella loro aria sognante, quasi sorniona, eppure mi riportano a qualcosa di antico, quasi si trattasse di raffigurazioni pagane al cospetto dei propri fedeli.
Le osservo e una domanda privata mi sovviene come un messaggio di e per tutte le donne: qual è il loro ruolo nel mondo e quanta strada c'è da percorrere per affermare la loro dignità, a dispetto di una supposta parità realizzata di fatto smentita dall'esperienza quotidiana quando non dalla cronaca?
Termino il giro e torno sui miei passi, immerso nelle riflessioni che questa visita ha provocato.
Vedo un piccolo spazio, con una luce e un profumo che mi ammaliano come sirene dal mare...
Entro, pellegrino in questa città di donne, e trovo un luogo dove posso fermarmi a riposare, sedere come in un giardino segreto di tutte loro, ma anche un po' mio.





Roberta Barbieri
(11 settembre 2010)



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