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Johanna Knauf: l'altro volto della direzione
Con il suo metodo del tutto particolare, riesce a far cantare e suonare insieme professionisti e dilettanti. La sua storia ci offre lo spunto per riflettere sulla professione della direzione d'orchestra, ambito prettamente maschile in cui le donne faticano ancora a farsi spazio e a venire riconosciute in tutto il loro valore e intelligenza musicale. Quanto sono lontani i tempi in cui una donna sul podio non farà più notizia e non sarà più considerata come una coraggiosa eccezione?

SESTO SAN GIOVANNI - Nell'odierno panorama musicale classico (o di musica d'arte, secondo le più recenti definizioni), e più precisamente nell'ambito della direzione d'orchestra, è possibile evidenziare ancora la scarsità della presenza femminile.
Immagino che nomi quali Marin Alsop, Claire Gibault, Joann Falletta, Xian Zhang, la scomparsa Veronika Dudarova, Alondra de la Parra, Silvia Massarelli o Nicoletta Conti poco dicano a chi sta leggendo, ma ben altro racconterebbero i nomi e la fama di Claudio Abbado, Riccardo Muti, Zubin Mehta o Daniel Barenboim.
Se dovessimo fare una semplice analisi dei nostri tempi recenti per verificare quanto e se le cose siano cambiate, potremmo prendere come punto di partenza un originale film-documentario del 1987 (Dirigenterna) della cineasta svedese Christina Olofson, il cui titolo in inglese "A woman is a risky bet" -una donna è una scommessa rischiosa: sei direttori d'orchestra-, la dice lunga sul tema affrontato.
La Olofson incontra e presenta sei donne direttrici d'orchestra che coraggiosamente e faticosamente hanno rotto una tradizione e un' egemonia prettamente maschile.
A circa vent'anni di distanza, nel 2008, la musicista e direttrice d'orchestra Nicoletta Conti fa il punto della situazione presenziando alla tavola rotonda sul tema "Donne, sviluppo sostenibile e costruzione della pace nel Mediterraneo", organizzata a Roma nella sede del Parlamento europeo, nell'ambito delle azioni promosse per il 2008 quale "Anno Euro-Mediterraneo per il dialogo interculturale".
Ritengo interessante leggere l'analisi sulle ragioni esposte dalla Conti per cui la donna rappresenti ancora oggi una minoranza in questo campo musicale, in cui la mentalità fatica a uscire da stereotipi e vecchie convenzioni.
Per questo motivo rimando la lettura dell'intero intervento al collegamento ipertestuale indicato a fine articolo. Gli argomenti usati contro la pratica di questa professione da parte delle donne sono sempre un po' gli stessi: la mancanza di fisicità e forza, il controllo dell'orchestra che necessita carisma e virilità, la difficoltà della materia musicale in oggetto, le tournée faticose ecc. Mi viene subito da pensare a quanto spreco di talento e ingegno produca una mentalità così gretta e stereotipata.
Se riflettiamo, ad esempio, al riconosciuto pregio delle innumerevoli interpretazioni da parte di musiciste donne nel repertorio solistico, c'è da chiedersi che se una donna ha capacità, intelligenza musicale, sensibilità profonda per eseguire e comprendere una sonata di Mozart o di Beethoven, come potrebbe non essere in grado di analizzare e restituire una composizione orchestrale degli stessi autori.
Ritenere che una donna sia per natura priva di tempra e di carisma per gestire un difficile insieme umano quale l'orchestra, è un puro pregiudizio che nulla ha a che vedere con la realtà e con la musica; così come è sconcertante e riduttivo pensare che nella direzione d'orchestra si debba intravedere l'elemento della forza muscolare che solo gli uomini pare possiedano per infondere nel gesto di direzione grande energia.
Rimanendo sempre in tema, alla manifestazione "50 giorni di Cinema Internazionale a Firenze", il 5 dicembre 2012, in chiusura del XXXIV Festival Internazionale Cinema e Donne, è stato presentato "Johanna Knauf direttrice d'orchestra: music to the people!" di Silvia Lelli (ricercatrice e docente di Antropologia all'Università di Firenze e fondatrice dell'Associazione "Documentaristi Anonimi").
Il documentario rappresenta il lavoro e il metodo di una tra le più originali donne-direttrici d'orchestra al mondo, con l'intento di mostrare cosa succede quando non è un uomo che decide di fondare e dirigere un'orchestra. Johanna Knauf, nata in Germania e diplomatasi al Liceo Musicale di Monaco, si perfeziona tra Austria e Italia (presso la scuola di Fiesole e a Firenze) e crea un coro e un'orchestra a Settignano, in Toscana.
In questo progetto confluiscono centinaia di persone diverse per idee, preparazione musicale, provenienza, tutte in un unico grande ensemble classico: il "Coro e Orchestra Desiderio da Settignano". Questo è possibile grazie alla sperimentazione di un nuovo metodo didattico (maturato negli anni grazie ad un approccio multidisciplinare tra musica, psicologia, filosofia) a fianco dell'attività concertistica e di direzione d'orchestra.
Il film-documento, che cerca di fermare su pellicola la potente energia creatrice della musicista, si dipana tra interviste, backstage e brani di concerti filmati in un arco di tempo circa decennale che va dal 2004 al 2012, raccontandoci come Johanna Knauf intende la musica e la pratica quotidianamente.
La sua è una ricerca continua ad aiutare a trovare e a fare emergere la musica all'interno di ogni individuo al fine di poterle dare una forma esteriore che possa restituirla e condividerla non solo agli ascoltatori, ma agli stessi esecutori e interpreti.
"Johanna Knauf- puntualizza Silvia Lelli in un'intervista per una rivista online di cui trovate il collegamento ipertestuale a fondo pagina- fonde i metodi di apprendimento della musica popolare con quelli della musica classica, armonizza rigore tecnico e libera emozione, produce accordi sociali fra professionisti e amatori, democratizza la musica colta facendola eseguire al popolo, non solo come ascoltatore, ma come interprete, esecutore attivo e porta la musica nelle piazze pubbliche, tra migliaia di persone, fuori dalla competizione tecnicista dei Conservatori".
"I partecipanti- sottolinea poi Silvia Lelli- ritengono che questa pratica costante di armonizzazione dei contrasti e delle diversità non produca semplicemente musica, ma anche un benessere più profondo. Ritengono che questa forma di libera cooperazione crei qualcosa, chiamato atmosfera, un effetto che va oltre i contesti musicali e diffonde un'altra arte, quella di imparare a collaborare".
Una narrazione filmica sicuramente di grande interesse quella su Johanna Knauf, e tutto questo non può non ricondurci alle domande iniziali, alla riflessione su quali siano i motivi per cui la musica classica sia ancora prevalentemente diretta da uomini, e se possano le donne perseguire carriere concepite e strutturate per uomini.
Con quale e quanto investimento personale? Con quanta tenacia e forza rispetto ai corrispettivi maschili? Le risposte, sull'esempio della Knauf, sono più che evidenti.
Il film-documento di Silvia Lelli ha vinto il primo premio "The Spirit of Da Vinci Award" al Da Vinci Days Film Festival negli USA.

In alto Johanna Knauf in una foto tratta dal blog:
http://ioamofirenze.blogspot.it/2011/06/treemonisha-spettacolo-al-saschall.html

Per gli approfondimenti su Johanna Knauf vai a:
http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article1818 intervento completo della musicista Nicoletta Conti

http://www.stamptoscana.it/articolo/spettacoli/un-insolito-ritratto-di-una-direttrice-dorchestra presentazione del film documento

http://www.youtube.com/watch?v=-wmUHiz02vg Johanna Knauf direttrice d'orchestra

http://www.youtube.com/watch?v=TqhF6KnU1_I video curriculum di Johanna Knauf

Paola Marino
(3 giugno 2013)

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