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NARRATIVA

Sveva Casati Modignani e Il gioco delle verità
La famosa scrittrice milanese presenta la sua ultima opera nel cortile di Villa Visconti d'Aragona gremito di fan: storia di un confronto generazionale tra donne ambientato nella Milano della seconda metà del ventunesimo secolo

Sveva SESTO SAN GIOVANNI - Nell'appassionante confronto generazionale tra due donne, Roberta, libraia in crisi esistenziale e coniugale, e la madre Malvina, femminista attivista nel '68, si sviluppa la trama de Il gioco delle verità, l'ultimo romanzo di Sveva Casati Modignani.
Un romanzo di intrecci, sentimenti e legami profondi, di verità tenute celate e poi confidate, nel quale risaltano le aspirazioni delle due protagoniste a dispetto dei contesti sociali: una vita che garantisca libertà e felicità.
Aspirazioni che travalicano ogni divisione epocale, comuni a tutti, e che tuttavia non possono realizzarsi pienamente.
Spesso si rende necessario il compromesso per mantenere l'equilibrio di fronte a tutte le contingenze del quotidiano.
Ed è quello che le due donne fanno lungo tutto l'arco della propria esistenza.
Roberta, sposata con Oscar, gestisce una libreria ereditata dalla madre. Oscar è un fotografo, sempre fuori casa, del quale Roberta si innamorò perdutamente a diciotto anni. Ma ora il marito le sembra inadeguato, trascura i figli e continua ad essere vittima dei ricatti della ex moglie.
Roberta, che voleva una vita familiare normale non avendola mai avuta da bambina, decide di rivolgersi alla madre Malvina per farsi consigliare.
E così la madre rivela quelle verità che le aveva tenuto nascoste. Donna forte e indipendente, Malvina cominciò a collaborare con un gruppo di femministe negli anni sessanta; innamoratasi di un compagno di studi, finisce per sposarlo in giovane età, ma lo spirito libero e pensante di Malvina si scontra con il bigottismo del marito, giungendo alla separazione.
Successivamente si innamora di un giornalista dal quale avrà Roberta, che, pur essendo molto aperto di vedute, vorrebbe una vita di famiglia, desiderio che contrasta con la libertà di Malvina, la quale decide di affidare Roberta al padre pur continuando a vederla.
Roberta cresce soffrendo questa mancanza che andrà ricercando per tutta la sua vita in un legame stabile, fino a quando, esausta, decide di lasciare il marito.
I consigli della madre la indurranno infine a dare ad Oscar un'altra opportunità.
Ambientata nella Milano degli ultimi cinquant'anni, Il gioco delle verità è una storia quanto mai attuale, che risponde alle tendenze della società moderna occidentale, nella quale la donna si è notevolmente emancipata, ma dove le esigenze di fondo sono quelle di ogni donna in tutte le epoche storiche e in tutti i contesti sociali.
Il romanzo ha la capacità di avvincere totalmente sia per i contenuti della vicenda in cui ci si può facilmente immedesimare, sia per la scrittura scorrevole, sobria, dettagliata e con un frequente rimando a spaccati di vita lontani nel tempo, che aumentano l'aspettativa del lettore.
Al di là della trama, comunque, ciò che emerge prepotentemente è la figura di una donna che lotta per sottrarsi al suo destino e che ambisce alla libertà e alla felicità, e pertanto, di necessità, è forte, anticonformista, pensante, in contrasto con le figure maschili del romanzo, deboli e remissive.
Va sottolineato un importante elemento di carattere psicologico che risalta nella vicenda narrata: come una mancanza, un trauma vissuto in età infantile o adolescenziale, quasi sempre rimosso per motivi di sopravvivenza, diviene in età adulta il movente che inconsciamente influenza tutta la vita e le scelte future.
Il trauma dell'abbandono, della mancanza della figura materna, rifiutato a livello conscio, si trasforma e diviene per Roberta un'ossessione, che la spingerà a ricercare continuamente una situazione affettiva stabile, influenzandola nelle sue scelte di vita.
L'analisi del vissuto, in questo caso le confidenze della madre, la aiuteranno a scoprire il suo conflitto, riconciliandola con se stessa.
Il gioco delle verità è stato presentato nel festival Women in Art nell'incantevole cortile di Villa Visconti d'Aragona, gremito di pubblico.
Al termine dell'incontro, moderato dalla giornalista Monica Triglia, i presenti hanno avuto l'opportunità di conoscere la scrittrice e di chiedere un autografo sulla sua ultima fatica.

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In alto Sveva Casati Modignani (foto Massimo Cova)


Pietro Luciano Belcastro
(7 settembre 2010)


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