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A-SOLO

Quattro
Daniela Bestetti in scena con uno spettacolo di teatro e danza che svela quello che le donne non possono dire, ma che vorrebbero tanto che qualcuno prima o poi comprendesse.

quattroDaniela Bestetti - Quattro (foto Massimo Cova)


BRESSO - Sabato 16 aprile alle 21 al Centro Civico di Bresso l'autrice, performer e regista milanese sarà in scena con l' A-solo di Teatro e Danza che ha debuttato in anteprima al Festival Women in Art 2010.
Abbiamo incontrato l'artista per rivolgerle alcune domande.

Sono trascorsi dieci anni dal tuo ultimo a-solo Arianna. Come mai così tanto tempo?
Per rispondere a questa domanda, dovrei spiegare cosa è successo in questi dieci anni. Diciamo che la questione ha a che fare con il mestiere dell'arte.
Questa parola rappresenta qualcosa di così capitale per me, che non ero più certa di esserne degna; al contempo, qualcosa di così ipocrita, che non ero più certa di volerne far parte.
L'altalena tra queste due posizioni mi portò alla decisione di smettere di scrivere e di danzare, credendo così di risolvere il conflitto di chi sente di avere un mondo e capacità da esprimere, ma non trova più il senso profondo di doverlo fare.

Poi è arrivato Quattro. Com'è nata l'idea di un nuovo spettacolo?
Fondamentalmente Quattro è un lavoro sull'amore che desideravo dedicare a tutte le donne.
Rappresenta l'inizio di un viaggio, un viaggio che attendevo di fare da molto tempo, ma che non avevo più il coraggio di fare.
Poi un giorno sono tornata ad allenarmi, ho scritto i testi e sono partita con quello che avevo, senza garanzie, senza nemmeno la certezza di arrivare alla fine.
Tutto quello che sapevo era di dover incominciare, dopo tanti anni, la creazione di un'opera.

Di che cosa parla? Puoi raccontarci di più?
Più che una storia di fatti, Quattro è una confessione di sentimenti, che svela quello che le donne non possono dire, ma che vorrebbero tanto che qualcuno prima o poi comprendesse.
La piece è strutturata in quattro quadri: Amore, Odio, Vendetta e Perdono. Quattro sono i colori, quattro i periodi dell'anno e quattro sono anche i personaggi femminili nello spettacolo, sebbene possano essere visti come un'unica donna.

Tu sei un'artista e sei una donna. Che cos'è il "femminile nell'arte" per te?
Qualcosa che non ha necessariamente a che fare con i sessi. Lo vivo come un modo di sentire extrapersonale, che include bellezza e giustizia per sé e per gli altri.
Un sentimento di appartenenza e non di competizione; un obiettivo più grande della gloria personale insito nell'atto di creare e nella creazione.
Un modo di essere che non ha bisogno di approvazione per esistere, forte dell'energia, della consapevolezza, della passione che mettiamo nel lavoro, e sostenuto da una forza più grande che è quella di tutti gli uomini che credono e hanno creduto in un mondo migliore, dove crescere senza paura e sfiducia, con la gioia e la fede che coltivando la propria diversità questo nostro mondo sarà più bello e le nostre vite più degne di essere vissute.
E' il mondo a cui vorrei appartenere e a cui desidero contribuire con le mie opere d'ora in poi.

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SCENAPERTA - TEATRO OFF DOMANI


Carla Rovati
(8 aprile 2011)


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