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TEATRO-DANZA

Tutta la levità di uno scritto a matita
L'attrice/danzatrice Erica Giovannini porta in scena la vicenda di Nastjenka, personaggio minore de "Le notti bianche" di F.M. Dostoevskij

Scritto a matitaErica Giovannini - Scritto a matita


SESTO SAN GIOVANNI - Guardando "Scritto a matita" si è investititi dall'impressione che si ha ascoltando un monologo in una lingua sconosciuta: nel fluire misterioso dei movimenti, si individuano vocaboli, rimandi, significati, pause, e ci pare di cogliere il senso, pur non conoscendo le parole.
Così il gesto, sempre evocativo e significante della bravissima Erica Giovannini, si compone in una danza soave, lieve, narrativa in cui tutto è legato da un filo analogico di cui si intuisce la forza connettiva, ma che sfugge a qualsiasi comprensione che voglia essere solo mentale e non di sentimento.
L'attrice/danzatrice porta in scena, trascritta dal filtro labile e trasformante del ricordo, la vicenda di Nastjenka, personaggio minore de "Le notti bianche" ripercorrendo con tocchi "d'acquerello" le alterne vicende che la porteranno a bussare alla porta dell'uomo di cui si è innamorata e da cui è destinata ad essere abbandonata.
Il personaggio, le situazioni, le vicende, si trasformano in una partitura fisica di gesti e passi stilizzati ma armoniosi e significanti, come parole di un lessico visivo: la nonna viene sempre evocata dal gesto di cotonarsi i capelli, l'uomo dai passi pesanti degli stivali, un nastrino tra i capelli si trasforma nello svolazzo della mano, i pensieri non detti vengono offerti come uccellini al volo.
L'intero spettacolo è come animato da una levità che rimanda alla neve, citata più volte a tratteggiare il freddo paesaggio russo della vicenda e infine e portata in scena nel commuovente finale di grande impatto visivo.
Complici le bellissime musiche popolari ungheresi e russe e la travagliata interiorità dei pensieri recitati in voice-over da Gyula Molnàr, tratti da Le Notti Bianche e Povera gente di Dostoevskj, Dottor Zivago di Pasternak e Elogio alla durata di Handke, "Scritto a matita" stupisce anche per la grande intimità che la Giovannini riesce a creare col pubblico, concedendosi davvero in un rapporto fatto di sguardi, gesti, movimenti che ci mettono davanti tutta la fragile bellezza dell'umano.
(n.d.r.) Alla fine della performance, dopo aver ricevuto un lungo e sentito applauso, la danzatrice ha omaggiato gli spettatori presenti con una vera e propria Lezione d'arte, esponendo la sua personale poetica artistica attraverso l'analisi di alcuni estratti dello spettacolo.

Lucia Mieli
(13 settembre 2009)


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